Roberto Anesi e Tommaso Luongo

 

Di Rachele Bernardo

Trentatré trentini entrarono in Trento…”

Diciamo meglio: 33TRENTODOC entrano a Napoli con il Master dell’Associazione Italiana Sommelier Campania a cura di Roberto Anesi, ambasciatore ufficiale del Trentodoc.

Magicamente il numero 3 si ripete, con i 3 appuntamenti (19, 26 e 30 Maggio) previsti; con i 3 moduli disposti all’approfondimento dei principali argomenti inerenti al mondo del Trentodoc; con 33 degustazioni in totale per ritrovare nei calici le straordinarie caratteristiche che definiscono queste “bollicine di montagna”.

È da questa definizione che inizia il racconto di Roberto Anesi sul territorio del Trentodoc, che ha visto, negli ultimi anni, una crescita produttiva dello Chardonnay oltre che un aumento considerevole del numero delle cantine (67 Case spumantistiche) e dunque il consolidamento nel panorama bollicine di montagna (sono circa 13 milioni le bottiglie prodotte).

Con il 70% del territorio sopra i 1000 metri, il territorio del Trentino si definisce montano nella sua interezza; una conformazione geografica che permette al Trentodoc di affrontare con attenzione, ma spirito positivo, il problema global warming e individuare gli ottimali contesti per una produzione spumantistica d’eccellenza.

Primo metodo classico a ottenere la D.O.C. in Italia nel 1993, fra i primi al mondo, Trentodoc è espressione diretta della terra che lo produce, il Trentino, un territorio caratterizzato da grande varietà climatica e da altitudini diverse.

La maturazione lenta delle uve, la grande acidità e la complessità di profumi, sono ottimi risultati di una viticoltura ad alta quota, fino a 800 metri s.l.m. Nel percorso del tempo l’utilizzo dello Chardonnay risulta essere in crescita rispetto al Pinot Bianco, Pinot Nero e Meunier, vitigni ammessi alla produzione del Trentodoc secondo il disciplinare; così come si stanno notevolmente allungando i tempi di sosta sui lieviti per le diverse tipologie. In pratica le aziende stanno adottando degli standard produttivi più restrittivi. Ne abbiamo avuto gratificante dimostrazione con la degustazione di ben 9 etichette scelte da Roberto Anesi per il primo modulo del master.

Nell’analisi degli ambiti produttivi, si è partiti dalla Val di Cembra. Roberto Anesi ha esposto la bellezza e le peculiarità di questa valle: un ambiente pedoclimatico che rende la vite capace di offrire il meglio di sé.

Si differenzia dalle altre Valli del Trentino, è fortemente identitaria: una valle alpina per eccellenza, che raccoglie e convoglia i venti freddi provenienti da Val di Fassa e Fiemme.

Si compone di 3 micro terroir:

1/3 “basso”: fortemente gessoso;

1/3 “centrale”: porfidi, decisa elevazione e forti pendenze;

1/3 “alto”: alluvionale, non produttivo.

Le forti pendenze sono state addomesticate dall’uomo, definendo i numerosissimi terrazzamenti con la costruzione dei muretti a secco.

Degustando:

Moser Nature 2016

Tenute Vidi Brut Riserva de la Cros 2016

Opera Nature 2012

Si è riscontrata tutta la verticalità agrumata della Val di Cembra che regala tensione gustativa, dinamicità e identità territoriale.

Continuando con:

Endrizzi Piancastello Zero 2018

Altemasi Graal Riserva 2016

Cantina Rotaliana Mezzolombardo R Riserva Brut 2012

Ci siamo inoltrati nella Valle dell’Adige, dove sono ubicate le aziende produttrici più grandi.

Qui, l’ottima esposizione regala calore e luce;

i terreni calcarei di origine antichissima, la sempre presente ventilazione (l’Ora del Garda) in aggiunta alla buona escursione termica, definiscono l’espressività e lo sviluppo aromatico dei vini.

Una vera completezza gustativa.

Non poteva mancare il racconto dei grandi personaggi che hanno fatto la storia di questa denominazione:

Arminio Valentini (il primo metodo classico del Trentino, una Famiglia nobile antica, tracce dal 1580);

Lionello Letrari (uno degli enologi che ha scritto la storia della vitienologia trentina e nazionale);

Luciano Lunelli (fondatore di Abate Nero, una vita dedicata al vino);

Giulio Ferrari (padre nobile delle bollicine trentine agli inizi del Novecento, un nome che ancor oggi è sinonimo di eccellenza ed esclusività).

E dunque la degustazione di:

Arminio Valentini Riserva 2016

Brut Riserva 2016 Letrari

Giulio Ferrari 2010

Vini che hanno catturano l’attenzione di tutti i presenti per la loro complessità e longevità.

Di questa arricchente serata porteremo via un’ampia visione del passato e del futuro di un terroir anticamente vocato, che ha saputo progredire e migliorarsi con impegno e costanza. Roberto Anesi, Ambasciatore Doc e trentino Doc, ci ha legati a doppio filo alle sue radici, con simpatia e passione.

L’appuntamento del 26 maggio con il secondo modulo del Master #33Trentodoc diventa imperdibile per continuare, come afferma il presidente di AIS Campania Tommaso Luongo, ad approfondire le zone, gli stili e gli uomini che hanno creato il mito “bollicine di montagna”.

Roberto Anesi e Tommaso Luongo